‹
Archeologia
COLOSSEO
L'anfiteatro Flavio inaugurato nell'80 d.C. dall'imperatore Tito col nome di
Amphitheatrum Caesareum, derivò il nome di Colosseo nelI'XI secolo dalla vicina,
colossale, statua bronzea di Nerone ispirata al Colosso di Rodi, opera di Chares
di Lindo del III secolo a.C. Alto 52 metri, comprendeva, su un'area di circa 19.000
mq. quattro ordini o piani di 80 arcate ciascuno e conteneva circa 70.000 posti.
La distribuzione dei posti avveniva nei cinque settori in cui era suddivisa la
cavea ed erano assegnati alle diverse classi sociali, il cui grado decresceva
con l'aumentare dell'altezza: dal maenianum primum al maenianum summum in ligneis
- il settore più alto, destinato alla plebe. Al centro dell'asse maggiore era
il pulvinar, il palco dell'imperatore; a questi era riservato anche un passaggio
particolare, ipogeo, ricavato nelle fondazioni dell'edificio, noto come "passaggio
di Commodo". Nel complesso sistema sotterraneo si svolgevano le attività connesse
cogli spettacoli e trovavano posto i montacarichi per il sollevamento degli animali
e delle attrezzature sceniche sul piano dell'arena.
DOMUS AUREA
La Domus Aurea, la madre dei sotterranei romani. Tale affermazione non è certo
azzardata essendo la dimora di Nerone, l'ipogeo più vasto ed affascinante che
Roma conservi nelle viscere della propria terra. La Domus Aurea conserva ancora
intatte le originarie pitture, le sale dell'alcova, quelle del triclinio e i lunghi
criptoportici; il tutto a formare un vero e proprio labirinto sotterraneo nella
cui trama ci si può muovere quasi unicamente con la pianta archeologica e non
senza qualche fatica. Nerone decise di costruire la sua reggia, che secondo lui doveva essere la più
grande e la più preziosa del mondo, in seguito al famoso incendio del 64 d. C.
che distrusse tre regioni e ne danneggiò quattro delle quattordici augustee. I
danni maggiori furono riscontrati tra i colli Oppius, Fagutal e le Carinae. Proprio
in questa zona si costruì il nuovo palazzo, la Domus Aurea appunto. Svetonio illustra
pomposamente la dimora neroniana e dobbiamo certamente dargli credito se solo
prendessimo in esame le strutture superstiti che pur furono spogliate degli elementi
piu ricchi prima di essere occultate durante il periodo di Traiano.
PANTHEON
Sorge in piazza della Rotonda vicino piazza Minerva. Così chiamato perché era
un tempio dedicato a più divinità. Fu restaurato da Domiziano ed è giunto a noi
quasi integro nella ricostruzione eseguita da Adriano nel 130 d.C. Nel 609 il
tempio fu donato dall'imperatore Foca a papa Bonifacio IV e fu trasformato in
chiesa, cosa che favorì la sua ottima conservazione fino ai giorni nostri. Quasi
tutto quello che vi si può ammirare risale ad epoca romana, persino la cupola
alta 43,4 m e la massiccia porta di bronzo. Il porticato è decorato all'interno
da pregiati marmi policromi e presenta nella facciata 16 colonne monolitiche di
granito che sono alte ben 14 m. L'interno presenta una pianta circolare caratterizzato
dalla maestosità della cupola a cassettoni. L'unica apertura è al centro della
cupola e crea un effetto luminoso che esalta la grandiosità e l'armonia del monumento.
Nelle cappelle dell'interno si trovano distribuite numerose opere d'arte ed inoltre
vi sono le tombe dei reali d'Italia, di Baldassarre Peruzzi e di Taddeo Zuccari
e, in special modo, il sepolcro di Raffaello.
CASA DI AUGUSTO
Trionfi Romani - Rilievi, bronzi, monete, sculture, pitture: questo il materiale
esposto, che ci farà capire cosa significa "trionfo romano", visibilizzandone
il concetto e raccontandoci come si svolgevano le cerimonie per i festeggiamenti. Diverse le sezioni dell'allestimento: la prima é relativa all'evoluzione del
Trionfo dal mondo etrusco al mondo ellenistico; la seconda annovera immagini di
vincitori e vinti illustri - tra cui Emilio Paolo, Cesare, Pompeo, fino ad Ottaviano
- ed inoltre riproduce scene di battaglia.
Visita alla Casa di Augusto al Foro Romano - Recentemente inaugurata dopo 20
anni di restauro la Casa di Ottaviano Augusto al Foro Romano, dove visse Augusto
prima di diventare imperatore, é ora finalmente aperta al pubblico. Alcune decorazioni
dei muri e delle volte sono state ritrovate intatte, mentre altre sono state ricomposte
dai frammenti descrivendo i colori rosso, blu e ocra degli ambienti imperiali
che saranno visitabili da piccoli gruppi di max. 5 persone alla volta per evitare
danni ai delicati affreschi.